Questo articolo ha il solo ed unico scopo di smentire una volta per tutte ciò che evidentemente ancora molti credono. I motori di ricerca riportano ancora la domanda sull’aspettativa di vita delle persone albine come tra le più richieste. La domanda frequente che le persone fanno è: “Quanto vive in media un albino?” Questo, capite bene, che ha dato e continuerà a dare adito a malintesi e immotivati allarmismi basati su una rielaborazione del tutto arbitraria delle notizie.
Quindi lo scrivo forte e chiaro, nero su bianco, appunto: Non è vera questa cosa che gli albini non superano i 30 anni di vita.
Questo può essere vero, solo in parte, in alcune zone sottosviluppate del mondo, come in Malawi e Tanzania. Ma perché?
L’albinismo nei Paesi del Terzo Mondo
Sono stati trasmessi diversi documentari e sono presenti anche molti articoli di magazine che hanno trattato il tema dell’albinismo in Africa, addirittura, non stenterei a credere che una persona piuttosto ignorante che esce poco di casa e si informa quasi esclusivamente dalla televisione possa pensare che gli albini esistano solo in Africa e che vivano tutti in determinate condizioni, questo perché ci sono molteplici speciali dedicati a questo tema.
Come ho menzionato in questo mio articolo, l’albinismo più diffuso nel continente africano è quello di tipo OCA2, quello che presenta capelli sul biondo-giallo per intenderci.
I motivi per cui l’albinismo in Africa è così diffuso va ricercato nelle modalità di accoppiamento (parentale) soprattutto in alcuni villaggi remoti dei paesi sopra citati, nella scarsa conoscenza (la gente non sa di essere portatori sani perché non hanno accesso a centri genetici per la diagnosi non solo di albinismo ma di qualsivoglia condizione patologica, più o meno grave), il mancato controllo della natalità, insomma, è un fattore culturale.
Albinismo: l’aspettativa di vita in Africa
Non c’entra nulla con l’albinismo in sé, non c’è nessun gene che predispone gli albini ad una mortalità precoce, se sentite questa cosa sappiate che è una fake news.
Piuttosto possiamo analizzare la questione da due punti di vista. Il primo biologico e fisiologico, il secondo, come al solito culturale.
Dal punto di vista della natura possiamo solo dire che la caratteristica che accomuna tutti gli albini è la mancanza di melanina, per cui è facile immaginare che se una persona sprovvista di melanina non è consapevole di questa cosa oppure ne è consapevole ma la prende sotto gamba e si espone al sole quotidianamente (e parliamo di un Signor Sole) senza protezione, senza occhiali da sole, senza cappellino e magari con abiti che lasciano più pelle scoperta che coperta è chiaro che non sta facendo un buon lavoro per salvaguardare la propria salute.
Ecco perché se vedete foto reali di bambini albini africani di queste zone spesso li vedete con delle croste e macchie in viso, questi sono i danni del sole, di troppo sole, preso nel peggiore dei modi, la pelle di questi bambini e ragazzi è continuamente sottoposta a stress, si scotta facilmente e non viene mai protetta e riparata, per questo va incontro a cheratosi attinica* e tumori precoci della pelle. Ricordate che una pelle albina, se ben protetta sin dalla prima infanzia, non va incontro a quanto descritto. Bisogna però essere scrupolosi e pazienti nell’osservare delle semplici regole di base.
Poi c’è la parte diciamo così, culturale del discorso. Questo aspetto mi rendo conto che influenza anche il primo perché tutto parte dalla testa e dal comportamento che adottiamo nei confronti delle situazioni. In Africa vige ancora la superstizione, non solo in Africa dite voi, ma vi assicuro che nel continente nero le leggende hanno spesso la meglio sulla scienza e sulla realtà dei fatti, se poi aggiungiamo la povertà e la scarsa scolarizzazione riusciamo a comprendere meglio perchè questo sia stato possibile. Gli albini vengono considerati creature magiche, pericolose e benefiche al tempo stesso, figli del diavolo e figli della luna.
In questa altalena di contrapposizioni si sono fatte spazio le più atroci azioni che un essere umano sia in grado di concepire: abbandono,, isolamento, umiliazione, persecuzione, mutilazione, violenza di ogni tipo e uccisione.
Si dice che con le ossa degli albini uccisi gli shamani della zona ci facciano amuleti e riti propiziatori, sì ancora nel 2023.
Ora lo capite perché molti non arrivano ai 30 anni? Non perché sta scritto nella condizione di albinismo ma perché l’ignoranza uccide più di qualsiasi malattia.
Associazioni in aiuto degli albini in Africa
Per fortuna le cose stanno cambiando, seppur lentamente, anche grazie all’aiuto di enti e associazioni anche italiane come Africa Bianca, nata dall’idea di un fotoreporter Alfonso Della Corte che mentre si trovava in missione in Malawi venne in contatto con un mondo che prima non conosceva e che lo ha sconvolto, da lì decise di dedicare anima e cuore a questa popolazione di bianchi africani, discriminati e spesso malati come testimoniano le fotografie presenti nel libro fotografico. relativo al progetto.
L’invio di materiale quale occhiali da sole e da vista, cappellini anti UV e materiale tiflotecnico come dispositivi di ingrandimento è fondamentale per aiutare questa fetta di popolazione abbandonata a se stessa.
Il mio augurio è quello di non incappare più sul web in domande come quella relativa alla sopravvivenza degli albini e di non essere più costretti a dare ulteriori spiegazioni.
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* CHERATOSI ATTINICA: “La cheratosi attinica, nota anche come cheratosi solare, è una chiazza ruvida e squamosa che si forma sulla pelle dopo anni di esposizione al sole. Si trova più comunemente su viso, labbra, orecchie, dorso delle mani, avambracci, cuoio capelluto o collo”, da ISSalute.
“La cheratosi attinica può rappresentare lalesione iniziale da cui può svilupparsi un tumore della pelle ed è pertanto definita come una condizione precancerosa.”. Fonte: Ospedale Niguarda.