È una domanda lecita, per quanto fastidiosa da farsi e da fare ad un albino. Anche questo però è un passaggio necessario, un piccolo dolore attraverso cui passare per un genitore di un bimbo albino e successivamente per la persona albina. Molte persone hanno difetti visivi, qualche decimo di vista che manca ma spesso è sufficiente mettere gli occhiali con una lente adatta a compensare il difetto e tutto si risolve.
Per gli albini no, non è così. Non è sempre semplice per un esterno comprendere come vedono gli albini a cui stanno vicini, la cosa buffa è che molti normovedenti si chiedono come vedono gli albini (figli, genitori, amici, partner) ma noi non ci chiediamo mai come vedono i normo vedenti, storia buffa vero?
Non sono sufficienti gli occhiali o i supporti visivi, spesso si acquista un solo decimo, o si arriva a correggere l’astigmatismo migliorando di poco la visione generale.
Il motivo del perché loro sì e noi no è che nel nostro caso il problema sta alla base, il problema è la melanina. Non esistono al momento “trasfusioni” di melanina o integratori quindi ci teniamo l’ipovisione e tutti i problemi annessi e connessi.
Rinunciamo alla patente, ai giochi di precisione e tutto sommato a poco altro.
Vorrei poter dire che gli albini non sono adatti a certi sport ma per fortuna non sono tutti come me, gli albini nuotano, sciano e giocano a calcio, pattinano in alcuni casi con qualche accortezza in più.
Ma quindi come vedono gli albini?
Per alcuni di noi gli occhiali, o le lenti a contatto per chi le porta, fanno una grande differenza, e io sono una di quelle che non può farne a meno, anche se numericamente di poco la mia vista ne trae grande vantaggio dall’uso degli occhiali, vedo in maniera più definita i visi delle persone che sono davanti a me, riesco a lavorare al computer, a leggere i messaggi, senza occhiali è invece tutto più sbiadito e confuso.
Nel mio caso gli occhiali oltre ad aumentare la mia vista di ben un grado rendono tutto più marcato, più colorato, più in “grassetto” per intenderci.
Ci sono invece persone che a detta loro non trovano nessun giovamento dall’utilizzo degli occhiali e preferiscono non portarli affatto.
In ogni caso è difficile e allo stesso tempo così semplice rispondere alla domanda “Ma se non vedi perché non metti semplicemente gli occhiali?”, perché la gente, anche quella adulta un po’ come i bambini vuole trovare una motivazione a tutto, una spiegazione che soddisfi la loro curiosità.
Quindi anche se rispondi semplicemente “Guarda, il mio difetto visivo non si può correggere con gli occhiali” loro avranno sempre quella faccia a punto interrogativo e proseguiranno con “Perché?”.
E tu:” è un difetto congenito”- parti con il pippone stile Quark in momenti anche poco opportuni, e continui” È dovuto alla mancanza di melanina, insomma non si può correggere”.
A volte si accontentano, altre volte, proprio come un bambino curioso continuano con altri “Perché?” e al terzo perché tu sei costretto a chiedertelo, o meglio a richiedertelo per la trilionesima volta “Già, perché? Perché proprio a me? Per un secondo torni al tuo primo perché, e niente poi prosegui perché un motivo a volte non c’è.
Cosa si può fare quindi per migliorare la vista?
É molto importante approfondire le problematiche della vista con visite oculistiche specialistiche sin dalla più tenera età, insomma alla nascita del bambino e poi sottoporsi a controlli periodici durante l’arco della vita. L’albinismo non è una condizione degenerativa, ossia in genere non si può dire che vada peggiorando con il passare del tempo, questo credo possa essere rassicurante per i neo genitori, ma è importante individuare il difetto visivo in maniera tempestiva in modo da correggere il “correggibile” il prima possibile, diventare consapevoli del problema e attuare tutte le misure contenitive di esso.
Questo serve a garantire al bambino una vita il più agevole possibile già dai primissimi mesi di vita, spesso il piccolo comincia a sentirsi più sicuro di sé quando comincia a portare gli occhiali e a fare piccoli esercizi visivi, giocando, aiutato dagli educatori dei centri riabilitativi o semplicemente dai genitori che li hanno appresi per bene e seguono i consigli.
Con un supporto visivo, come può essere ad esempio quello dell’occhiale, il bimbo si muove meglio nello spazio che lo circonda, fa meno sforzi, affatica di meno l’occhio e spesso si riduce visivamente il nistagmo (che comunque, va ricordato, non può essere corretto ma piuttosto tenuto a bada).
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