Concetta Marrale, face specialist

La Concy lo sa – quando bellezza e benessere passano dalle mani

Era da tempo che volevo realizzare questa intervista, dopo un tentativo non riuscito su instagram, causa bug della piattaforma, eccomi a presentarvi qui (dove scripta manent) la storia di Concetta, una donna normale e straordinaria allo stesso tempo. La Concy, come si fa chiamare sui social, ci racconterà il suo personale rapporto con l’albinismo e ed i suoi segreti per una vita vissuta con coraggio.

Se ti chiedo di presentarti e descriverti in poche parole, cosa diresti di te?

Mi chiamo Concetta Marrale, nella vita sono una massaggiatrice specializzata in ringiovanimento naturale e modellamento corpo. Sono mamma di due ragazzi adolescenti, Gioele e Beatrice e sono tendenzialmente una persona entusiasta che ama le novità. Nella vita ho realizzato molti dei miei sogni e ora sono in attesa di nuovi stimoli che mi traghettino nel futuro.
Fino a pochi anni fa ero un’impiegata ma quel lavoro non mi gratificava molto, così, all’alba dei 40 anni, ho dato una svolta alla mia carriera.

Come nasce la tua passione per l’estetica e il benessere?

Sono sempre stata affascinata sin da bambina sia dal mondo dell’estetica che della manualità, tant’è che “utilizzavo” le mie amiche e i miei familiari per fare esperienza ed esprimere la mia creatività e valorizzare la loro unicità. Forse tutto nasce anche dalla mia passione per i volti femminili, mi viene in mente quando li disegnavo e ora questa passione si è semplicemente trasferita sui volti di donne reali, che decidono di affidarsi a me.

Qual è l’aspetto del tuo lavoro che ti dà più soddisfazioni?

Quello che amo di più del mio lavoro è il fatto che le persone che vengono da me in studio scelgano deliberatamente di affidarsi a questo tipo di trattamenti, quindi sposano un certo tipo di approccio e nello specifico si fidano delle mie mani, che sono lo strumento per raggiungere i propri obiettivi di bellezza e benessere. Quando una persona viene da me non viene solo per un massaggio ma spesso capita che si apra a me, raccontandomi aspetti intimi e privati della sua persona, come conseguenza di una forte fiducia nei miei confronti. Questo, oltre alla notizia del raggiungimento dei risultati preposti, mi crea un senso di immensa gratitudine.

Quali sono le tue specializzazioni tecniche manuali?

Sono una face specialist specializzata in lifting manuale VisoKey, mentre per quanto riguarda il corpo utilizzo spesso il massaggio decontratturante come base per sciogliere le tensioni muscolari che noi tutti accumuliamo. La mia tecnica preferita però è la coppettazione. Il mio obiettivo non è solo quello di trattare il sintomo ma cerco sempre di andare più a fondo individuando le cause che hanno portato a quello stato in cui ci si sente stanchi, appesantiti, rigidi e anche esteticamente poco gradevoli. Spesso alla base di un viso poco disteso e di un corpo contratto ci sono atteggiamenti posturali che è bene correggere.

Il fatto di essere albina, con tutte le implicazioni che sappiamo, ti ha creato o ti crea qualche difficoltà in questa professione e, se sì, come la affronti?

In realtà no, credo anzi che sia un lavoro che mi permette di compensare molto quelle che sono le lacune visive, in quanto si tratta di un lavoro manuale dove “sentire” ha la duplice valenza di ascoltare (con le orecchie) le problematiche ed esigenze del cliente, ma anche quella di sentire (con le mani e con l’intuito) il punto preciso dove risiede il dolore della persona.

In generale c’è stato un periodo della tua vita in cui l’albinismo è stato un problema per te e come l’hai affrontato?

Quando nasci con una caratteristica diversa che in qualche modo ti mette in una posizione di svantaggio adotti una serie di adattamenti e compensazioni automatiche, quindi i problemi, soprattutto visivi, ci sono stati ma li ho sempre affrontati, dalla scuola al mondo lavorativo. Quando non c’erano i video ingranditori mi facevo aiutare con la dettatura, oppure usavo il tatto per riconoscere il gradino di una scala mai percorsa prima. Mi dispiace molto aver dovuto lasciare il liceo artistico sotto suggerimento dei miei professori di allora, purtroppo i problemi di vista hanno fatto la loro parte ma il resto è stato determinato da una me ancora troppo insicura. Oggi reagirei diversamente a quella proposta.

Concy, tu sei anche mamma di due figli giovanissimi, quale messaggio lasceresti alle nuove generazioni riguardo i sogni nel cassetto e i possibili ostacoli che si possono incontrare nel cammino?

Un consiglio che do sempre loro è quello di spingersi oltre la paura, sempre con cognizione ovviamente.
Gioele ha quasi 16 anni e mi ricorda un po’ me, una persona molto intelligente ma con delle difficoltà, nel suo caso una neuro divergenza. Cerco di insegnargli di non arrendersi di fronte alle difficoltà, di dare il meglio di se senza competere con gli altri. Lo stesso che insegno a Beatrice che ha 13 anni.
Un altro consiglio che do ad entrambi è che un fallimento non è la fine del mondo, va bene puntare in alto ed essere ambiziosi ma se non si riesce nel proprio intento la cosa importante è accettare e sapere di aver fatto tutto ciò che era in nostro potere in quel momento. Senza rimpianti insomma.

Ringrazio Concetta per la sua disponibilità e vi ricordo che opera in quel di Forlì, mentre sul suo profilo instagram trovate ottimi consigli per auto massaggi e tricks per un viso più giovane.

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Nero su Bianco

Mi chiamo Roberta e sono nata con albinismo oculo-cutaneo. Oggi parlo ai genitori, agli educatori, ai medici e a tutta la popolazione perchè vorrei un mondo consapevole, preparato e accogliente.

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