Mi mancavano le interviste scritte! Sono particolarmente felice di aver conosciuto questo ragazzo, lo so, lo dico di tutti quelli che intervisto, ma lui ha la prerogativa di portare un po’ di freschezza in questo mio blog, un punto di vista diverso da cui imparare nuove cose. E poi sono contenta perché insieme abbiamo delle novità in ballo (ti sveleremo più avanti).
Oggi ti presento Michelangelo da Agrigento, in arte Mick, anche lui è un content creator che tramite il suo canale Youtube fa informazione sull’albinismo. Ah, lo davo per scontato ma non lo è, anche lui è albino.
Ciao Michelangelo, o meglio, Mick. Vuoi presentarti brevemente ai lettori di Nero su Bianco?
Salve a tutti sono Michelangelo, ma meglio conosciuto sui social come “Mick”. Ho 22 anni, vengo dalla provincia di Agrigento e sono attualmente studente di economia presso l’Università di Palermo.
Nel mio tempo libero adoro leggere e andare a correre, oltre che frequentare abitualmente la palestra. L’essere albino non mi impedisce di essere un grande amante di viaggi e avventure.
Tu sei albino oculo cutaneo come me, come vivi questa condizione oggi e come la vivevi in passato?
Da quest’anno ho preso finalmente la grande decisione di mostrare agli occhi del pubblico cosa vuol dire vivere il mondo dagli occhi di un albino. In questi anni di università la mole di persone che è rimasta scioccata alla vista di un albino è stata enorme. Tuttavia dietro a questa scelta si divulgazione si cela anche un messaggio educativo e di integrazione. Spesso infatti la mia diversità è stata motivo di discriminazione da parte di quelle persone (anche bambini), che sottovalutano il caso. Inoltre spesso più che discriminato vengo preso per straniero, e non nego che certe episodi siano stati davvero esilaranti.
Fino a qualche anno fa la mia diversità era causa di imbarazzo e timidezza, oggi invece, non dico che sia del tutto sparita, ma comunque riesco a vivermela molto più tranquillamente.
Qual è stata la molla che ti ha permesso di fare pace con te stesso ed attivarti parlando liberamente di questo tema attraverso i tuoi canali?
La scelta di ciò è scaturita dalle ennesime domande di curiosità rivoltemi dalle nuove persone conosciute.
Grazie ai social sono venuto a conoscenza di Roberta e della sua magnifica pagina “Nero su Bianco”. pagina che consiglio di seguire perché ricca di moltissime informazioni. Utile sia per i genitori di bambini albini che per tutti coloro che vogliono approfondire tale disabilità, purtroppo ancora estranea agli occhi di questa società.
Quali pensi siano le maggiori difficoltà oggi per le persone con albinismo?
Il principale problema di un albino oculocutaneo non è soltanto la colorazione dell’epidermide, dei capelli o degli occhi ma il suo visus che può raggiungere anche 1/20 o 1/30 o meno (i cosiddetti ciechi parziali).
E poi c’è l’aspetto estetico! È vero da albino devo riconoscere che la nostra bellezza è davvero particolare perché non è convenzionale (né scuro con gli occhi verdi, né biondo con gli occhi azzurri) ma ciò non significa che non siamo affascinanti. Tengo a sottolineare ciò, perché molto spesso sono stato rifiutato dal mondo femminile perché diverso. Ho voluto evidenziare questo aspetto perché spesso si parla dell’albinismo in campo medico e culturale. Ma non si è mai parlato di “Albinismo e Sentimenti”. Ed in una società dove tutto ruota intorno ai sentimenti e alle storie d’amore ritengo che sia un argomento calzante.
Su quali difficoltà possiamo lavorare noi albini e famiglie di bambini albini?
Ritengo che l’unico mezzo che abbiamo ancora a disposizione è la comunicazione ed il pensiero libero, come sancisce l’articolo 21 della nostra Costituzione. Inoltre fare ricerca, consultare più ospedali e centri fino a trovare quello giusto, tenersi aggiornati, sono le chiavi di un corretto percorso di crescita.
Per quanto riguarda le famiglie ritengo che i genitori siano l’arma più potente per i figli perché, se sin da subito ci si mette alla ricerca di determinate figure all’interno della scuola e della vita sociale del bambino, è possibile fare un’ottima attività di prevenzione che nel lungo termine gioverà al bambino stesso.
Ma non parliamo solo di difficoltà, secondo te c’è anche un lato positivo dell’essere albini? Un vantaggio insomma.
Sì, ne ho individuati almeno tre: il primo è che siamo più sensibili a certe tematiche, come l’inclusione , l’empatia verso il prossimo, la promozione della diversità e questo non può che fare bene alla società. Poi farei anche un discorso evoluzionistico, ossia, la diversità contribuisce al progresso dell’umanità, soprattutto in senso culturale ed intellettuale. Immaginate un mondo dove siamo tutti uguali, dove andremmo mai a finire?
Infine essere albino per me è una prova di coraggio per me stesso, è facile cavalcare le onde calme, ma è quando il mare è in tempesta che si vede il Capitano valoroso.
Ringraziando Mick per il tempo dedicato ti consiglio di continuare a seguire i nostri profili perché, come accennavo, continueremo a collaborare insieme, seguirà una mia video intervista sul suo canale (stavolta è lui che intervista me) e una serie di live su uno dei temi sul quale ha portato lui stesso il focus e che sono sicura interesserà molto ai giovani ma non solo.
Inoltre ti ricordo che sul mio canale Youtube allargo le interviste a persone con vari tipi di disabilità, non solo l’albinismo quindi, dando voce a storie importanti, diverse, innovative, di rinascita e che possano essere di ispirazione.
Articolo e intervista meravigliosa!
Finalmente, ad iniziare da noi persone diverse, prendiamo consapevolezza che la diversità è ricchezza non solo per noi ma per l’umanità tutta.
Non è solo una questione di accettazione e/o di inclusione, ma è proprio il riscoprire il talento che ciascuna persona – nella sua diversità – porta con sè. Non tutte le persone hanno maturato questa consapevolezza e, purtroppo, non tutte le persone hanno maturato la responsabilità ed il coraggio di andarne fieri di di rendersi disponibili per il cambiamento di cui abbiamo bisogno.
Per fortuna che ci sono, oggi, sempre più giovani coraggiosi e genitori forti che sostengono la loro progenia.
Grazie Consolata! Hai ragione, prima si arriva a questa consapevolezza e meglio è, ma la verità è che ognuno ci arriva con il proprio tempo e senza forzature.