In pieno periodo “Back to school” ho deciso di analizzare una ad una, mese dopo mese, le figure educative che ruotano intorno agli studenti con albinismo e che possono offrire un prezioso contributo per l’inclusione scolastica di bambini e ragazzi con disabilità.
Scopriamo oggi la figura dell’assistente alla comunicazione nella disabilità visiva.
Chi è L’ASACOM
La denominazione completa e corretta dell’assistente alla comunicazione è “assistente all’ autonomia e alla comunicazione“, abbreviato ASACOM; si tratta di una figura professionale prevista dalla legge 104 del 1992 e che affianca le altre figure educative, come l’insegnante di sostegno, gli insegnanti curriculari ed eventuali altre figure, come ad esempio il tiflologo ed il suo ruolo prevede tutte quelle azioni atte a facilitare l’autonomia nello studio e non solo dell’alunno con disabilità sensoriale.
Che cosa fa l’assistente l’ASACOM: il ruolo dell’assistente alla comunicazione
L’assistente alla comunicazione è una figura che opera principalmente all’interno delle mura scolastiche, anche se vi sono casi in cui viene concessa la possibilità di un’assistenza domiciliare, proprio per favorire l’autonomia dell’alunno nello studio a casa e nello svolgimento dei compiti assegnati.
Questa figura può essere richiesta dall’ASL di riferimento a seguito del rilascio del verbale di invalidità, solitamente viene assegnato a bambini a cui è stato riconosciuto il comma 3 della legge 104 ma da quello che emerge dalle opinioni dei genitori si tratta di una figura preziosa e da non sottovalutare, tutti i bambini albini, specialmente nei primi anni di vita, hanno bisogno di imparare a muoversi nello spazio, ad interagire con un ambiente fisico più ampio e con le persone, e la scuola costituisce questo ambiente fisico e sociale più ampio, e se vogliamo, dispersivo, rispetto al contesto familiare protetto, anche perchè le problematiche visive degli albini, non sono date solo dall’ipovisione ma da un complesso insieme di fattori.
Tra le attività principali di cui è coordinatore a scuola e che compaiono nel PEI abbiamo:
1. individuazione delle risorse residue dell’alunno con disabilità visiva e delle sue limitazioni con conseguente ideazione di strategie compensative;
2. predisposizione del materiale didattico in formato adattato alle esigenze dell’alunno ipovedente: nel caso dell’albinismo; predisposizione di fotocopie con testi ingranditi (ricordo sempre che non è necessario ingrandire tutto il foglio ma è sufficiente il carattere) e testi con colori a contrasto, oltre che un ambiente adeguatamente illuminato e la dettatura degli appunti sulla lavagna;
3. individuazione degli strumenti compensativi, come gli ausili didattici, più idonei e funzionali all’alunno albino ipovedente;
4. facilitazione dell’integrazione e della comunicazione tra l’alunno e il resto della classe e con tutti gli insegnanti.
Differenza tra assistente alla comunicazione ed insegnante di sostegno
L’assistente alla comunicazione, dicevamo, è sempre affiancato da altre figure, prima fra tutte quella dell’insegnante di sostegno.
C’è però una netta divisione dei ruoli tra le due figure. Vediamo quale:
L’insegnante di sostegno è assegnato alla classe mentre l’ASACOM è individuale, assegnato al bambino o ragazzo con disabilità.
L’ASACOM non è effettivamente un insegnante ma un mediatore, mentre l’insegnante di sostegno è a tutti gli effetti un docente e si occupa di didattica e di valutazione delle performance scolastiche dell’alunno.
L’insegnante di sostegno ha quindi un ruolo più strategico e di pianificazione mentre l’ASACOM offre supporto pratico, con gli strumenti precedentemente individuati.
Nei prossimi articoli approfondiremo meglio le altre figure scolastiche cruciali con cui è molto probabile che si interfacci un alunno albino.
NOVITA‘
Per un nuovo progetto in collaborazione con un altro ragazzo albino che molti di voi conoscono, abbiamo bisogno di dati reali.
Abbiamo preparato due sondaggi anonimi:
uno per le persone albine, che vivono questa condizione in prima persona;
uno per tutti gli altri. Eccolo
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