che lavoro può fare un albino

Che lavoro fanno gli albini?

Questo credo che sia un lecito quesito da parte di un genitore che ha un figlio con albinismo e quindi con problemi di vista che costituiscono un limite nello svolgimento delle attività quotidiane.

Che lavoro potrà fare mio figlio? Potrà mantenersi da solo? Potrà fare quello che desidera? Potrà specializzarsi o dovrà accontentarsi? Troppe domande, procediamo con calma.

Che lavoro può fare un albino

Innanzitutto parlare di albinismo in senso generale è molto difficile oltre che inutile perché gli albini sono molto diversi tra loro, sia per visus (abbiamo da chi vede 3/10 a chi è ventesimista e oltre, quelli che vengono considerati ciechi parziali), che per caratteristiche personali quindi non ha senso fare di tutte le erbe un fascio. Fatto sta però che qualcuno ancorandosi ai numerosi problemi visivi e leggendo la parola ipovedente potrebbe pensare che la persona albina sia condannata a dover scegliere il lavoro della sua vita tra fisioterapista o centralinista, due professioni notoriamente svolte dai non vedenti, soprattutto in passato quando non c’erano normative che tutelavano le persone con handicap o problematiche e che volessero essere inserite nel mondo del lavoro.

Partiamo dal fatto che un albino può fare esattamente ciò che vuole nella vita. Davvero. Magari potrà dover fare qualche rinuncia, magari farà qualche sacrificio, magari ci metterà più tempo, o magari no ma quando abbiamo un sogno nel cassetto abbiamo il doppio della determinazione nel realizzarlo rispetto ad altri e questo è fondamentale, cari genitori vi auguro davvero che i vostri figli abbiano una passione e un sogno e che dopo un iniziale sconforto “E adesso come faccio?” abbiano la volontà di rimboccarsi le maniche e combattere per esso.

I problemi di vista ci sono e non possiamo negarlo né nasconderci dietro a un dito, ci stanchiamo facilmente, certe cose proprio non le vediamo, a volte abbiamo necessità di un supporto tecnologico, altre volte di un aiuto umano, ma davvero ci sono tanti mestieri e professioni che si possono intraprendere anche se vedi meno di 1/10.

La fase più difficile è quella della scuola, quando i prof scrivono gli appunti alla lavagna e tu sei nel primo banco e non vedi lo stesso, quando aguzzi le orecchie per sentire quello che non riesci a vedere, quando magari ti fai passare gli appunti o le slide. Superata questa fase, e dopo essere entrati nell’ottica che chiedere non è sinonimo di inferiorità, allora la strada è tutta in discesa, perché la determinazione che si mette nello studio è la stessa che si metterà poi sul lavoro, con la differenza che il lavoro lo puoi scegliere, sei più grande e maturo e hai piena padronanza della tua vita. Quindi può solo migliorare.

Pensa che nel nostro gruppo abbiamo anche un antennista che gira tranquillamente sui tetti delle abitazioni e delle officine, abbiamo diversi laureati nelle più disparate discipline, abbiamo pizzaioli, ricercatori, insegnanti, poi ci sono io che lavoro nel campo della comunicazione online ecc.
Questo a dimostrazione che spesso i limiti sono solo nella nostra testa.
Ovviamente ognuno è responsabile di se stesso e consapevole di dove in quel momento preciso può arrivare.
Certamente un albino che vede 1/10 non può fare l’autista di bus o il tassista, non può fare l’allenatore di calcio, forse non potrà fare lo speleologo o il pilota d’aereo ma potrà fare tante altre professioni e anche di più di quelle che immagina perché sarà sufficiente munirsi di qualche ausilio pratico.

Le agevolazioni statali

La legge italiana agevola i cittadini con disabilità, e gli albini rientrano in questa categoria, tramite la legge 68/99 che ha introdotto il concetto di collocamento mirato; in pratica dice che le persone con una qualsiasi disabilità hanno diritto ad essere collocate in un posto di lavoro, pubblico o privato che sia, e che la mansione deve essere compatibile con le capacità residue del lavoratore, come dicevamo prima un albino con visus 1/10 per occhio non sarà assunto come autista di bus da una società di trasporti ma può essere tranquillamente impiegato nell’ufficio pratiche della stessa società.

La procedura è molto semplice:

  • contattare un medico di medicina generale abilitato che attesti la presenza della patologia, in pratica fare un a visita oculistica (gli albini hanno il codice di esenzione per le visite mediche C03 per cui il medico dovrebbe esserne a conoscenza);
  • inviare la richiesta all’Inps tramite mail o tramite patronato o associazione di categoria;
  • recarsi all’appuntamento fissato con la Commissione Medico Legale che in base alla documentazione che porterete a corredo della diagnosi di albinismo (possono rientrare visite dermatologiche, visite ortopediche, relazioni di neuropsichiatri, di neurologi e di tutti i medici che hanno prodotto documentazione riguardo il vostro stato di salute correlato con la condizione di albinismo).

Questa è la procedura per ottenere il verbale di invalidità civile espressa in percentuale con la quale ci si dovrà presentare al Centro per l’impiego della propria città per essere finalmente iscritti nelle liste delle categorie protette.  Chi è iscritto in queste categorie ha in un certo senso una corsia preferenziale sul lavoro in quanto le aziende con più di 15 dipendenti sono obbligate per legge ad assumere una persona di queste liste. La percentuale minima di invalidità è del 46%.

Che lavoro può fare un albino. La famosa Legge 68/99

La legge 104 del 1992 tutela le persone affette da disabilità attraverso normative che prevedono ulteriori benefici per chi la possiede. Tra questi benefici per quanto riguarda il lavoro c’è la possibilità di assentarsi dal posto di lavoro ricevendo lo stipendio fino a tre giorni al mese per motivi di natura sanitaria (visite, malattia) e non solo. in pratica si tratta di veri e propri congedi da lavoro.
Trovi tutti gli approfondimenti a questo link .

Mentre l’articolo 18 della legge 68/99 stabilisce che le persone disabili con percentuale di invalidità uguale o superiore al 46% hanno diritto all’iscrizione alle liste del collocamento mirato, le cosiddette categorie protette, in cui il centro per l’impiego aiuta la persona iscritta ad accedere ad annunci e offerte solo di questa categoria (cosa che può anche fare autonomamente il candidato spulciando tra i vari siti).

Quindi, che lavori può fare un albino?

Ma io lo so che quello che molti di voi vogliono sapere non è la legge che tutela i disabili, che è in realtà una gran bella cosa, intendiamoci. So che molti di voi però, genitori di bimbi albini o adulti con albinismo, vogliono sapere nel concreto cosa deve fare una persona che ha sogni, aspirazioni, fantasie diverse da quella dell’essere preso per un lavoro ordinario e non soddisfacente in quanto non realmente scelto.

Per tutti, non solo per gli albini, c’è questa grande dicotomia nel mondo del lavoro: ci sono quelli che lavorano per necessità e quelli che provano a lavorare anche per passione e con piacere.

Io al momento sono esattamente a metà tra le due posizioni, eh sì, ho due lavori: receptionist di giorno e social media manager e copywriter di notte (non proprio di notte ma quasi visti gli orari). Inutile dire che nel primo ambito ci sono entrata grazie al collocamento mirato..

Ai corsi dal vivo mi metto nel primo banco e niente, come a scuola, non è sufficiente, però faccio le foto alle slide, aguzzo le orecchie, prendo un sacco di appunti e poi rielaboro tutto a casa, con i clienti quando mi invitano dal vivo e mi fanno vedere qualcosa al loro pc spiego loro che ho bisogno del mio computer, nelle live su Instagram devo utilizzare doppio schermo perché i commenti da telefono non li leggo. A parte questo tutto va a gonfie vele.

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Mi chiamo Roberta e sono nata con albinismo oculo-cutaneo. Oggi parlo ai genitori, agli educatori, ai medici e a tutta la popolazione perchè vorrei un mondo consapevole, preparato e accogliente.

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