Oggi inauguro la rubrica “Come vede un albino” perché mi diverte l’idea di spiegare alle persone come vede davvero, non solo una persona ipovedente, ma nello specifico un albino. Anche perché quando un nonno di bimbo albino mi ha scritto “Grazie a te ora capisco come vede mio nipote” mi sono sciolta e ho deciso di continuare.
Posto che non esiste un albino che vede esattamente come un altro perché anche tra di noi ci sono minime differenze (visus, fotofobia, nistagmo, campo visivo ecc) gli albini hanno sicuramente tante cose in comune per quanto riguarda la visione e oggi cercherò di rendere più concreta questa immagine, vi porto per qualche minuto nella mia giornata.
Diciamo subito una cosa: gli albini hanno bisogno dei contrasti cromatici, tutto ciò che è dello stesso colore e vicino crea un senso di confusione.
Sono sicura che sugli scalini siete convinti di sapere tutto o che riuscite ad immaginare quale possa essere la difficoltà di un ipovedente. Partiamo quindi dai salumi e aperitivi vari.
Salami e salumi: il “dramma” degli aperitivi
L’affettato più semplice da gestire è il prosciutto crudo direi, o comunque un affettato che abbia un po’ di grasso intorno a tutte le fette. Il più difficile, la bresaola, ma anche il manzo non scherza.
Avrete già capito che quel grasso è per noi fonte di salvezza (no, non perché è buono), perché stabilisce quel confine sacrosanto tra una fetta e l’altra quando l’affettato è ben disposto sulla carta o anche su un tavolo. Ovviamente ci sono situazioni in cui sei a casa tua e insomma, puoi permetterti di afferrare la tua fetta con le mani e anche capovolgendo le altre perché non ti sei reso conto che quella che stavi prendendo non era la prima fetta in alto ma metti che sei invitato a cena dai Windsor il bonton andrebbe a farsi benedire.
Quindi Re Carlo, Camilla, William, Kate, ma anche genitori, fidanzati, amici e camerieri comuni mortali perdonateci se siamo un po’ maldestri nel servirci della nostra fettina di salame da accomodare sul pane, non è colpa nostra ma del nostro occhio, che vede solo una distesa rosso fuoco sul piatto.
Apprezzate invece l’onestà di chinarci avvicinandoci molto al piatto per cogliere la fettina ed evitare figure imbarazzanti.
Stessa cosa vale per gli aperitivi. Avete presente quando vi si presenta davanti una tavolata imbandita o un piatto ricco di pietanze? Ecco, per noi è più semplice andare in confusione e non capire esattamente di cosa si tratti. Non solo perché tutto vicino, ma principalmente perché dare un’identità ad un oggetto presuppone che tu quell’oggetto l’abbia visto prima, identificato ed archiviato nella tua mente. In questo caso ci aiuta la forma, ma ancora di più il colore. Non è raro però scambiare della sogliola per una fettina di pollo, un tipo di carne per un altra, del pane fritto per una sfoglia, delle cipolle per mozzarelline e via dicendo. Io ad esempio odio la cipolla e a volte nell’insalata la confondo con i germogli di soia. Per fortuna ho un ottimo olfatto :-)
Come vede un albino: cavi e cavetti come i tentacoli di un polpo
La questione cavi si allinea allo stesso principio dei salumi, se sono vicini uno all’altro (o peggio intrecciati) e dello stesso colore (tipo neri) per noi non sono cavi ma un garbuglio indistricabile.
Dietro al mio PC nella postazione di lavoro c’è di tutto, il monitor, il centralino, la docking station, il laptop, il caricatore, la tastiera, il mouse, il video ingranditore, la telecamera, la pulsantiera del cancello, tutto il necessario per lavorare. Ognuno di questi dispositivi ha un cavo, rigorosamente nero, sia mai che ne facciano uno fucsia e uno arancione, così per distinguerli.
In ogni caso è un po’ complicato districarsi in quella foresta di fili che partono da una parte e finiscono dall’altra. Un buon alleato è il tatto, seguire con il dito il percorso del cavo ci aiuta a risolvere il problema tecnico e nell’installazione di un nuovo dispositivo. In questo modo siamo abbastanza autonomi e non dobbiamo dipendere da nessuno, neanche dall’IT di turno.
Come vede un albino – Le scale
Pensavate che l’avrei saltato in quanto piuttosto scontato e invece no, vorrei disquisire con voi anche di questo. Avrete sicuramente notato nella maggior parte degli ospedali, ambulatori medici ubicati su iù piani, nelle biblioteche, palazzi comunali, musei che ci sono delle linee a contrasto su tutti gli scalini, beh queste non sono decorative ma prima di tutto funzionali per gli ipovedenti. Soprattutto l’ultimo scalino in fondo per me è fondamentale, perché mi indica che la scala è finita e non mi devo buttare a peso morto con il piede. Per altri è importante anche il primo scalino.
Questa cosa delle scale però non deve spaventarvi, vedo molte mamme terrorizzate dalle scale quando il piccolo comincia a muovere i primi passi, può certamente capitare di cadere o di vederlo insicuro, ma vi assicuro che è una fase, come tutti il bambino imparerà a fare le scale e probabilmente le farà anche correndo. Le scale poi sono qualcosa di tanto, tanto soggettivo. Più che mai non si può generalizzare in questo caso! Anche perché nelle scale si aggiunge la profondità in discesa ed in salita.
Una cosa che ho notato in me negli ultimi anni è che ora quando salgo le scale ho necessità di guardare dove metto i piedi, mentre credo che da ragazzina e bambina salivo “a tatto” per cui mi potevo permettere di guardare chi mi aspettava al piano piuttosto che il panorama attorno, ora no, devo guardare dove metto i piedi, mi dà più sicurezza. Giuro che nei prossimi giorni allenerò il mio tatto, a costo di fare le scale come un bradipo e vi racconterò come è andata.
Motto del giorno
Un bicchiere di vetro trasparente su un tavolo di vetro trasparenza è elegante. Un bicchiere di plastica rosso su una scrivania azzurra non è elegante ma è sicuramente più funzionale alla vista di un albino.
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