Anita Carradori

Anita, un’albina sul podio del pattinaggio artistico

Come sapete mi piace intervistare qui sul blog persone che hanno una storia interessante da raccontare e nel caso di Anita si tratta effettivamente di una storia non solo interessante ma che può essere di grande esempio simbolico per tutti coloro che “pensano di non farcela”, magari a causa di una disabilità o per mancanza di autostima. Con questa intervista vorrei dimostrarvi che il legame tra albinismo e sport non solo è possibile ma può raggiungere anche alti livelli.

Anita Stella Carradori è una ragazza di 14 anni, quasi 15 come mi ha precisato durante l’intervista, vive in provincia di Siena, frequenta il primo anno di liceo scientifico ad indirizzo internazionale,  adora il suo gattone, legge molto anche fuori dagli obblighi scolastici ma soprattutto è una due volte campionessa di pattinaggio artistico a rotelle, da poco anche nella categoria paraolimpica.

Benvenuta Anita, quando è iniziata la tua passione per il pattinaggio artistico?

Ho iniziato a pattinare quando avevo circa 7 anni ed ho iniziato per mia scelta anche se non sapevo che sarebbe diventata la mia grande passione.

Quali soddisfazioni hai ottenuto nel pattinaggio?

Nel 2019 sono passata all’attività agonistica, ho vinto due gare negli ultimi anni e sono arrivata in finale sul podio altre due volte, queste sono state le più grandi soddisfazioni, non me lo aspettavo perché in realtà vivo questa cosa con naturalezza!

Da pochissimo sei passata alla categoria paraolimpica, mentre per tutti questi anni hai sempre gareggiato con gli atleti “normovedenti”, è cambiato qualcosa?

In realtà le insegnanti hanno sempre detto a mia mamma che ero la più spericolata, io non ricordo momenti di grandi difficoltà, anche perché le mie insegnanti mi hanno sempre permesso di fare il giro della pista prima della gara, soprattutto per piste sconosciute. Il più grande cambiamento in realtà è stato che da quest’anno ho cominciato a gareggiare da sola mentre prima eravamo almeno in due.

Ma è vero che fino a poco tempo fa non esisteva nemmeno la categoria paraolimpica in questo sport?

In effetti sì, solo di recente il CONI ha riconosciuto la nuova categoria. la Polisportiva Axel Group di Siena a cui sono iscritta è sempre stata molto presente nel comprendere e segnalare ad ogni gara le esigenze di un pattinatore con problemi di ipovisione.

Quale pensi che sia il messaggio che dai al mondo sportivo e non solo con i tuoi successi?

A me non sembra di fare qualcosa di speciale, ma tutti mi fanno notare invece che sono un esempio per gli altri, soprattutto per chi crede di non farcela, per chi ha un limite. Ecco io sono l’esempio che alcuni limiti è possibile superarli.

Oltre al pattinaggio hai altri hobby?

Sì diciamo di sì, mi piace leggere, a parte i libri di scuola, ne acquisto altri extra, è più forte di me.

Cosa vedi nel tuo futuro di pattinatrice?

Non lo so, per il momento so che voglio continuare ma è difficile pensare a cosa farò ad esempio fra tre anni, ho un desiderio che non c’entra con il pattinaggio, cioè fare un anno all’estero con la scuola, questo mi obbligherebbe ad interrompere, ma ancora non ho le idee chiare, mi godo il momento e le prossime gare.

Che scuola frequenti?

Sono al primo anno del Liceo Scientifico con potenziamento internazionale.

Anita, un’ultima domanda: tu come me sei albina, qual è la cosa che ti piace di più di te e di questo aspetto?

Adoro i miei capelli!

Dalle parole di una giovanissima e determinata ragazza dobbiamo trarre una serie di insegnamenti tutti noi, albini adulti, bambini albini, bambini non albini, adulti non albini, persone con limiti e difficoltà ecc.
La prima è che avere una famiglia che ti appoggia rende il tuo sogno ancora più realizzabile, la seconda è che non siamo tutti uguali ed è questo il bello, la terza ma non ultima è che i limiti si possono superare, parlando dei nostri problemi senza nasconderli perchè magari, qualcuno aldilà della nostra paura, ha addirittura la soluzione o può darci un piccolo grande aiuto.

 

Grazie ancora, continua così Anita, e speriamo di risentirci fra qualche anno per parlare di qualche altro tuo grande successo che sono sicura raggiungerai con la tua determinazione.

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Mi chiamo Roberta e sono nata con albinismo oculo-cutaneo. Oggi parlo ai genitori, agli educatori, ai medici e a tutta la popolazione perchè vorrei un mondo consapevole, preparato e accogliente.

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