Torniamo agli articoli di approfondimento a livello burocratico e normativo ed in particolare su di un argomento su cui si fa spesso confusione, non solo dal punto di vista delle definizioni ma anche e soprattutto per quanto riguarda poi i vari diritti annessi (indennizzi, assegni, ausili ecc).
Sembrano sinonimi ma non lo sono, pur essendo strettamente legati questi due termini hanno connotazioni e conseguenze diverse, vediamo quindi la differenza tra disabilità ed invalidità dal punto di vista medico, legale e burocratico.
Differenza tra disabilità ed invalidità
Sul fatto che chi ha una disabilità possa essere riconosciuto totalmente o parzialmente invalido non ci sono dubbi ma le principali differenze stanno nella concezione dell’individuo ossia:
– per definire la disabilità si rapporta l’individuo con l’ambiente esterno; è considerato disabile un individuo che, a causa di anomalie, menomazioni, disfunzioni a livello organico fisico, sensoriale e/o psicologico, riporti un danno tale per cui la sua interazione con l’ambiente è compromessa e non è allineata con la norma comparata alla sua età.
La legge che la regolamenta è la famosa 104/1992.
– per definire l’invalidità civile si rapporta l’individuo al mondo del lavoro (ecco perchè i minorenni non hanno una % di invalidità) ed è espressa in percentuale. Questa può dare diritto un’erogazione economica in base alla % di invalidità.
La legge che la regolamenta è la 118/1971.
In generale con una percentuale di invalidità maggiore del 74% si ha diritto ad un erogazione in forma di assegno mensile pari a circa 320€.
N.B. Nel caso dell’albinismo l’erogazione economica è soprattutto collegata ad un altro riconoscimento, che è quello della cecità civile (cecità parziale) riservato alle persone con disabilità sensoriale, nel nostro caso visiva, la cui condizione necessaria è avere un visus uguale o inferiore ad 1/20 su entrambi gli occhi con correzione oppure un campo visivo non superiore al 10%. Ma esiste anche per la disabilità uditiva, di cui non approfondisco nell’articolo.
Differenza tra disabilità ed handicap
Anche questa è una delle domande più frequenti di chi sperimenta in prima persona questa condizione.
La situazione di handicap risulta molto più vicina e simile a quella di disabilità, in quanto è strettamente legata alla anomalia o alla menomazione.
Per fare l’esempio dell’albinismo, il soggetto albino ha una anomalia a livello di conformazione e svluppo dell’occhio e quindi della vista, quindi ha una disabilità di tipo visivo, la quale gli crea uno stato di handicap nel contesto sociale, quindi scolastico, lavorativo, nel tempo libero ecc.
L’handicap è quindi correlato al tessuto sociale e risponde alla domands “Quale svantaggio vive il soggetto rispetto ai suoi pari in un determinato contesto sociale?” Quaesto gap, tra l’individuo disabile e gli altri è esattamente l’handicap.
La situazione dell’albinismo
Dove si colloca l’albinismo in tutto questo?
Gli albini, a causa delle problematiche della vista, sono considerati “disabili” in quanto le anomalie dell’occhio portano ad una ridotta acuità visiva, ad una alterata visione della profondità e ad una elevato fastidio alla luce. Tutto ciò ha come conseguenza che il soggetto albino in molteplici situazioni della vita quotidiana si trova in svantaggio rispetto agli altri.
Oltre alla disabilità con diritto alla legge 104, (spesso con comma 3) gli albini sono anche riconosciuti come invalidi civili, perchè anche nell’ambiente di lavoro e riguardo alla maggior parte delle capacità richieste, presentano una situazione di svantaggio che spesso necessita di accomodamenti, accorgimenti particolari e ausili, anche se non sempre questi ultimi sono sufficienti a garantire all’individuo lo svolgimento delle proprie mansioni in completa ed assoluta normalità.
Anche i famosi permessi da lavoro retribuiti sono utilizzati dalle persone albine non solo per visite mediche ma anche per “decomprimere” lo stress che deriva da una vista iper sollecitata e che, come spesso racconto, gli albini utilizzano fino allo stremo.
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