Sappiamo bene che albinismo è solo una parola, che racchiude in se tante caratteristiche atipiche, la maggior parte delle quali riguardano gli occhi e la vista.
Se hai dei dubbi riguardo ad un consiglio che ti hanno dato amici e conoscenti oppure l’ottico sotto casa o ancora un oculista non specializzato in ipovisione, oppure se ti stai chiedendo se gli albini possono portare le lenti a contatto, leggi questo articolo, cercherò di raffigurarti tutte le principali casistiche sull’utilizzo di lenti a contatto con l’albinismo.
Albinismo e lenti a contatto
È doveroso fare una premessa: dal momento che l’albinismo è una condizione rara non tutti gli oculisti e tantomeno gli ottici sono preparati ad affrontare questa che per loro è una novità, per cui il mio consiglio è quello di affidarti sempre ad oculisti che abbiano già visto e trattato casi di albinismo o che abbiano una specializzazione in ipovisione. In pratica non ci interessano quelli che si fermano ai difetti di rifrazione. Vogliamo degli specialisti che non si spaventano di fronte a questa parola.
Di solito gli albini hanno accesso ad un iter diagnostico in strutture pubbliche, dove sono presenti oculisti esperti in materia, ma se per qualche motivo o urgenza tu abbia bisogno di un oculista privato nel corso della vita ti prego NON andare dal primo che capita, perché noi siamo rari e rari sono anche i professionisti che conoscono a fondo la nostra condizione.
Lenti a contatto e nistagmo congenito
Su questo punto la maggioranza degli oculisti e centri ottici sono concordi: la lente a contatto attenua il nistagmo delle persone albine. Attenzione però, questo accade solo quando hai indosso le lentine, quando le togli tutto torna come prima. Questo accade perché le lenti a contatto, come dice la parola, stanno a contatto con la cornea per cui si riduce la distanza tra l’occhio ed il supporto visivo.
Non è quindi da considerarsi come cura definitiva per il nistagmo ma se sei particolarmente infastidito dall’idea che gli altri possano notare queste oscillazioni oculari allora prova a considerare l’idea di sostituire gli occhiali con le lenti a contatto oppure di alternare. Io ad esempio sono arrivata ad un punto in cui in settimana utilizzo gli occhiali e nel weekend o quando esco e so che starò fuori per un certo periodo di tempo non troppo lungo (non più di 8 ore) indosso le lentine.
Lenti a contatto e ipovisione
Qui ci sono due possibilità:
- il visus subisce un lieve miglioramento, spesso temporaneo e limitato al periodo di utilizzo delle lenti;
- il visus rimane identico
Il secondo caso è molto più comune del primo, specialmente nelle persone adulte.
ll primo è possibile e sembrerebbe più frequente nei bambini, ma non ti devi immaginare il miracolo di Lourdes. Ecco perché a molti genitori di bambini con gravi problemi di ipovisione viene consigliato di tentare con le lentine il prima possibile, già dai primi mesi di vita e sotto l’anno di età.
Io ho portato le lenti a contatto per 8 anni, portavo le lenti morbide annuali e le portavo tutti i giorni (tranne quando ero malata perché avevo l’occhio secco e non dovevo uscire) fino a che poi sono diventata intollerante di punto in bianco.
Sono stata poi ferma per 4 anni, dopodiché ci ho riprovato ma oggi soffro della sindrome dell’occhio secco, quindi ho problemi di scarsa idratazione e eccessiva lacrimazione, inoltre passo molto più tempo al computer e non trascuriamo il fatto che sto invecchiando, insomma oggi la mia routine è quella che raccontavo sopra.
Lenti a contatto e fotofobia
Uno dei dubbi maggiori del sostituire gli occhiali con le lenti a contatto è quello di temere che la luce del giorno, la luce artificiale ed ancora più il sole, possano penetrare più direttamente dei nostri occhi.
Proprio a questo servono le cosiddette lenti a contatto prostetiche che hanno funzione sia estetica che correttiva e vengono utilizzate per diverse patologie oculari.
Queste lenti hanno il vantaggio di filtrare la luce in ingresso e fungere un po’ da occhiale da sole.
Non sono adatte a tutti per cui è necessario consultare un bravo contattologo che saprà consigliare meglio.
Altra opzione, assai più comune, è quella di utilizzare delle lenti morbide in idrogel (ovviamente annuali e su misura). Questa possibilità permette anche a noi albini di portare gli occhiali da sole all’aperto, e non degli occhiali da sole graduati o con lenti transition ma dei comunissimi occhiali con filtro scuro, avendo finalmente la possibilità di scegliere tra i mille e più modelli disponibili sul mercato, guardando anche il lato estetico ed il gusto personale e senza più spendere cifre assurde e attivare lunghe e rognose pratiche ASL per il rimborso (almeno non per l’occhiale).
Questa è la modalità che ho adottato io da anni: lenti a contatto morbide presso Studio Comba di Torino e poi diversi modelli di occhiali da sole tradizionali.
Altri tipi di lenti a contatto
Conosco diversi albini che portano lenti a contatto e ognuno di loro indossa lenti diverse.
Oltre alle già citate lenti morbide e lenti prostetiche abbiamo:
– lenti rigide gas permeanti: sono più difficili da tollerare (io le ho portate per tre mesi e per poche ore al giorno) ma correggono meglio difetti di forte astigmatismo. Gas permeanti significa che lasciano entrare più ossigeno nell’occhio facendolo respirare, visto che questo è uno dei problemi delle lenti a contatto;
– lenti sclerali: sono lenti particolari con diametro più grande e adatte a determinate patologia quali cheratocono e sensibilità corneale, infatti queste lenti stanno sopra l’occhio senza poggiare direttamente sulla sclera, quindi sono un po’ sollevate nella parte laterale.
Conclusioni
L’uso di lenti a contatto con l’albinismo è possibile, si tratta comunque di una pratica del tutto soggettiva, per cui è bene consultare un oculista esperto prima e un contattologo dopo per fare diverse prove perché non sempre si arriva subito alla soluzione.
In ogni caso mi sentirei di dire che la lente a contatto crea comunque un micro stress all’interno dell’occhio e della cornea, andando a modificare la sua composizione quindi meglio limitarne l’uso a poche ore al giorno e non abusarne, nemmeno se non si avverte disagio.
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