albinismo e scuola

Albinismo e scuola: come studiare con i problemi di vista

Con questo articolo vorrei parlare della mia personale esperienza scolastica, e allo stesso tempo dare qualche linea guida da seguire, rivolta soprattutto ai neo genitori di bambini albini e agli insegnanti riguardo il mondo dell’ipovosione e della scuola.
Vorrei concentrarmi soprattutto sulla scuola primaria perchè, dal momento che costituisce il primo ingresso del bambino nel mondo della scuola, funge un po’ da banco di prova, tutto il resto del percorso scolastico verrà da sé e si delineerà strada facendo.

Ecco come studiavo alle scuole elementari

–          Da sola, non avevo insegnanti di sostegno;

–          Libri scolastici tradizionali;

–          Postazione nel primo banco, qui è necessaria una digressione*;

–          Occhiali da vista, ovviamente;

–          Possibilità di alzarmi dal banco per vedere meglio o chiedere alla maestra;

Questo è quanto utilizzavo io negli anni ’90.
Certo, le difficoltà c’erano e non era sempre facile risolverle, questo a causa di un problema fondamentale, la mia reticenza. Purtroppo non chiedevo aiuto quando non vedevo bene, a volte rischiavo di svolgere male quel compito, forse preferivo passare per distratta, disorganizzata, disattenta piuttosto che chiedere.

Sbagliatissimo !!!

Ricordo ad esempio quei disegni dove dovevi collegare tutti i numeri in ordine e poi saltava fuori una figura come un pesce, un cane, un fiore ecc.
Ci mettevo una vita a trovare i numeri e spesso li confondevo perché erano scritti piccoli, ma stavo in silenzio e non mi lamentavo.
Ero una bambina piuttosto sveglia, con tanta voglia di imparare e amavo anche andare a scuola perché era un bell’ambiente.

Da bambina, ma in realtà anche oggi, ero molto più brava nei giochi di parole, di memoria, di intuito. In quei casi non potevo avere molti rivali.

Ma la scuola è anche gioco, svago e socialità e anche qui serve la vista

A scuola non si studia soltanto, ma si gioca anche, e alcuni giochi, oltre alla memoria uditiva richiedono anche la memoria visiva, e prima ancora l’uso della vista mentre altri giochi o esercizi prevedono la velocità: insomma vince il primo che riesce a compiere quell’azione.
Dove vista e velocità sono strettamente legate, gli albini non esprimono il loro lato migliore.

Ho un vago ricordo di un gioco di tabelline, la maestra scriveva alla lavagna qualcosa da risolvere e i primi che indovinavano e consegnavano la soluzione vincevano una caramella.
Il ricordo è molto confuso e privo di dettagli ma ricordo che le tabelline le sapevo piuttosto bene ma credo che mi fregasse la velocità, probabilmente i compagni che vincevano sempre, anzi, io ne ricordo uno, vedeva prima di me la richiesta sulla lavagna. Io invece aspettavo che la maestra dicesse ad alta voce il calcolo da svolgere. Pochi secondi di differenza e ti giochi la caramella, ‘nnaggia.

Albinismo e scuola è sufficiente stare nel primo banco per vedere bene?

La mia risposta è NO. A meno che il primo banco non sia sotto la lavagna e invece è comunque a qualche metro da essa. Anche solo due-tre metri.
L’ideale posizionamento del banco è attaccato alla cattedra se la lavagna è lì di fronte oppure vicinissimo alla lavagna.

Oggi in classe può capitare che ci siano più di una lavagna, magari una a pennarelli e una a gessetti o per i più fortunati anche quella elettronica e a meno che il bimbo non abbia il dono dell’ubiquità (e qualcuno potrebbe anche pensarlo, visti i numerosi falsi miti sull’albinismo) non potrà essere vicino a tutte le lavagne.

Se lo spazio lo permette potrebbe essere utile posizionare tutte le lavagne vicine tra di loro, altrimenti permettere al bambino di alzarsi per copiare quello che c’è scritto o aiutarlo con la voce, gli albini sono molto attenti ai suoni e alla voce, proprio per un principio di compensazione della vista.

Albinismo e scuola, come affrontare i compiti a casa

Per comodità tralascio in questa parte i compiti delle scuole medie e superiori che diventano più complessi da gestire, non solo perché più impegnativi a livello quantitativo ma perchè i libri presentano caratteri più piccoli e viene richiesto al ragazzo più impegno visivo e più precisione.

Se alle elementari ti viene più facilmente perdonato il colorare fuori dai bordi o lo scrivere grande, alle medie e superiori appaiono come comportamenti più infantili.

In ogni caso gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione oggi sono diversi, sia per quanto riguarda l’ingrandimento, l’illuminazione, la postura.

INGRANDIMENTO

Ingrandire è la parola d’ordine. Per un albino è importante vedere “bello grande”. Quindi ok a videoingranditori, manuali o collegabili al pc, sì anche a lenti di ingrandimento.

Per quanto riguarda il computer il sistema operativo Windows ha già inclusa la funzione di accessibilità e la lente di ingrandimento tramite tool come Magnifier; in alternativa ci sono programmi esterni e a pagamento come Zoomtext che oltre ad ingrandire permettono di regolare i contrasti cromatici come cambiare il colore del puntatore in modo che salti di più all’occhio e di avere la sintesi vocale (una voce seppur meccanica che ti legge tutti i testi).
Io non vado più a scuola ma oggi preferisco leggere un libro in ebook che cartaceo proprio per questa comodità di poter ingrandire quanto voglio, il cartaceo per me è morto.

ILLUMINAZIONE

bimbo albino davanti al computer
Benedetto Cristian fa i compiti a scuola

La scrivania del bimbo deve essere posizionata in un posto ben illuminato ma con la fonte di luce sia naturale che artificiale anteriore alla scrivania o almeno laterale, quindi meglio davanti e non dietro.
Questo potete cominciare a progettarlo già quando il bimbo va ancora all’asilo in modo da non dover fare poi troppi riassetti.
Provate ad immaginare le sere d’inverno, alle 17.00 è già buio e ci sono quegli spiacevoli inconvenienti di leggere o scrivere con l’ombra del proprio braccio sul quaderno. Fastidioso per tutti e a maggior ragione per chi non vede bene.

La questione delle lampade è controversa, c’è chi preferisce la luce calda, quella gialla intensa e chi quella fredda. Al di là di questo una lampada da tavolo è d’obbligo, con luce che punta sul foglio e regolabile.
Credo sia un gusto personale, tenete presente che quella fredda rilassa l’occhio ma può togliere visibilità, quella calda irrita di più ma illumina anche di più.
Considerate che un albino ha bisogno di luce per vedere e di buio per riposare l’occhio, quindi è necessario trovare un gusto compromesso.

I sistemi operativi permettono oggi di attivare anche la funzione “dark mode”, ossia modalità scura, funzione che garantisce una maggiore leggibilità.
E poi ci sono gli occhiali con lenti anti luce blu, quella degli schermi, che siano pc, tablet o smartphone.

POSTURA

Anche la postura è importante quando il bambino fa i compiti. La postura non è un problema che riguarda l’albinismo ma può esserne una delle conseguenze correlate; ossia se il bambino vede pcoo e male, comincerà a tenere la testa inclinata, o troppo in avanti o indietro, a incurvare la schiena e le spalle per avvicinarsi al libro ecc.

Un leggio su cui poggiare il libro e tenerlo inclinato e più vicino agli occhi è uno dei modi per evitare l’effetto “coricato sul libro” degli albini. Questo va unito alle giuste fonti di illuminazione e strumenti di ingrandimento come indicato sopra.
Una sedia ergonomica, regolabile, di modo che in base all’altezza del bambino si possa governare la distanza tra i suoi occhi e lo schermo del pc, e tra i suoi occhi ed il piano di lavoro.

Quando acquistate la prima scrivania guardate che ci sia ampio spazio, che il bimbo possa appoggiarci tante cose, senza diventare matto e coricarsi sui libri, assumendo una postura goffa.

Disabilità visiva e udito: un ottimo alleato

Ma insomma, se gli albini hanno la vista come organo difettoso, perchè non tagliare la testa al toro ed utilizzare un altro senso invece che incaponirci nel vedere a tutti i costi cose che non vediamo?
Perchè non chiamare l’udito in nostro soccorso?

Se gli insegnanti danno dei libri da leggere potreste pensare di comprare il libro come audiolibro, io ho letto i primi due Harry Potter in audiolibro e anche altri libri e devo dire che ho trovato l’esperienza non solo comoda ma anche piacevole perché stimola la fantasia.

Se possibile rivolgersi alle biblioteche didattiche online, ai centri per ipovedenti come l’Unione Italiana per i Ciechi e gli Ipovedenti presente ormai nelle maggiori città, che forniscono anche libri di testo in formato audio.

Questi sono solo alcuni dei consigli e degli escamotage perchè in fondo, lo scoprirete stando accanto ad un bimbo albino, noi sappiamo trovare mille e più soluzioni alle problematiche. Non sempre però queste soluzioni sono funzionali a lungo termine, ad esempio io sono stata bravissima a raggirare il problema della vista ma nel frattempo non mi accorgevo che la mia postura ne stava risentendo. Quindi una supervisione da parte degli adulti è sempre consigliata anche se sembra che il bimbo/a se la cavi benissimo!

Molti genitori si chiederanno ora: Ma serve un insegnante di sostegno?
Questa la ritengo una scelta del tutto personale ma approfondirò questo tema in un altro articolo.

 

Visita il mio profilo TikTok per approfondire il tema dell’albinismo con pillole e consigli per la vita quotidiana.

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Nero su Bianco

Mi chiamo Roberta e sono nata con albinismo oculo-cutaneo. Oggi parlo ai genitori, agli educatori, ai medici e a tutta la popolazione perchè vorrei un mondo consapevole, preparato e accogliente.

4 pensieri su “Albinismo e scuola: come studiare con i problemi di vista”

  1. Ciao Roberta, per prima cosa complimenti per questo tuo “lavoro” veramente molto interessante e ben fatto.
    Nello specifico per quanto riguarda la scuola mi trovo spesso a riflettere sull’argomento da tanti punti di vista e in un certo modo potrebbe rientrare anche in quelle cose che sorprendentemente siamo molti bravi a fare!!!
    In effetti quando siamo andate a scuola noi, io una decina di anni prima di te, non c’erano insegnanti di sostegno, testo ingranditi, pochissimi, strumenti compensativi e dispensativi 0; ma ce la siamo cavata bene, abbiamo un bel rapporto con la scuola, con gli insegnanti. Queste nostre difficoltà forse sono state esse stesse una scuola di vita, un’abitudine a darsi da fare, a trovare strade alternative, a sviluppare altri sensi, nuove soluzioni. Mi chiedo spesso se questo nuovo approccio che ha la scuola verso le disabilità in genere sia stimolante per i ragazzi, tenda in effetti a far emergere le loro capacità specifiche a prescindere dalle loro limitazioni, o cerchi soltanto di compensare una mancanza con altre come dire… mancanze appunto.
    L’argomento forse sarebbe troppo lungo e complesso, comunque complimenti ancora per il tuo blog, buon lavoro!

    1. Ciao Annalisa, e grazie per i complimenti !
      È vero è un argomento complesso su cui si potrebbe discutere a lungo, diciamo che noi non sapremo mai come sarebbe la scuola con gli ausili e i bimbi d’oggi non sanno come è stata la nostra.
      Personalmente io non ho avuto difficoltà alle scuole elementari, perlomeno non diverse da quelle che incontriamo anche fuori dalla scuola. L’unica cosa è che la scuola è un ambiente sociale a cui non ti puoi sottrarre e quindi devi renderlo il più semplice e piacevole possibile.
      È interessante quello che dici sull’amplificare altre mancanze, mi piacerebbe sapere il tuo parere.
      Io in realtà sono abbastanza refrattaria ad un eccessivo tutoraggio, diciamo.

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